Immagina una dimensione parallela, dove lo spazio è solo un'illusione della mente e il tempo è l'incontro di epoche diverse. Lontane, distanti. Ma vicine nell'eco del ricordo. Immagina abiti scultura sapientemente costruiti come opere d'arte, quasi indipendenti da qualsiasi contesto. Colori sfavillanti in atmosfere cupe e commistione di tessuti, ricami, decorazioni. Acconciature carnevalesche e make up teatrali. Tutto questo è il prodotto dell'estro geniale di John Galliano e della sua collezione haute couture P/E 2008 per Dior.
Una serie di rimandi al Barocco e al Rinascimento. Alla cultura liberty, di inizio Novecento. Alle avanguardie storiche: surrealismo, dadaismo, astrattismo. E alle neoavanguardie degli anni Sessanta e Settanta. Nelle creazioni di John Galliano le diverse epoche passate si mischiano fino a sfociare nell'avanguardia, nella predizione di un futuro imminente. Anche lo spazio smette di essere definito da confini immutabili: l'Occidente è solo una delle facce dall'arte. L'Oriente fa capolino nei tessuti, nelle gradazioni vermiglie, nei gialli dorati, nelle decorazioni e nei ricami, nelle forme tondeggianti degli abiti drappeggiati sul corpo.
La passerella di riempie di dame klimtiane, che troneggiano con le loro capigliature cotonate, i grandi pendenti e un make up espressionista, che risalta gli occhi dipinti dei colori più svariati: dal nero profondo, al rosso, al verde, al viola. Gli occhi emergono dall'incarnato bianco come mascherine, variopinte ali di farfalla. Le forme degli abiti sono un omaggio alla storia, rivisitata, destrutturata, rivista con gli occhi del genio.
I tubini stretti che accentuano le spalle ricordano la linea H della maison Dior e lasciano il posto a kimono in stile liberty, alti in vita, dal lungo strascico. Abitini corti rigonfi nella parte della gonna si affiancano ad abiti dalla forma tondeggiante, finemente decorati nella parte inferiore dall'applicazione di perle e pietre preziose. Gli abiti da sera, nei colori sfavillanti del giallo e del fucsia, ricadono rigonfiandosi nella parte finale della gonna, ripresa e drappeggiata, annodata.
La teatralità dell'invenzione non cede al chiasso. Galliano appesantisce volutamente gli abiti concentrando la decorazione negli orli che ricadono verso il basso. Talvolta gli abiti sono una sfida alla forza di gravità. All'eccesso decorativo si associa una lievitazione dei volumi: gonne rigonfie, drappeggiate, corpetti tondeggianti, maniche ovali, giacche a trapezio. E' come se il tessuto si riempisse d'aria per resistere alla terra.
La ricerca del tessuto è sorprendente. La seta si arricchisce di ricami dorati e cangianti. Richiami alle decorazioni tipiche dell'Oriente, al liberty e ai suoi motivi grafici floreali. Figure geometriche rivisitate in composizioni originali. Le stampe si accostano alle illusioni: tessuti che imitano la pelle di coccodrillo e di pitone, il maculato del leopardo, il broccato.
Il rilievo e la tridimensionalità sono un tratto distintivo della collezione Dior. Applicazioni di perle, cristalli, paillettes luccicanti a dare la sensazione di una superficie cangiante e mutevole, da toccare oltre che da vedere.
La tridimensionalità torna negli accessori: le scarpe su tutti. Si tratta di zeppe – scultura, aperte sul davanti così come sui lati della suola. Il vuoto le attraversa da parte a parte in un gioco unico di pieni e di vuoti. Il contrasto dei volumi è accresciuto dai copricapi a campana, metallici e lucidi oppure rivestiti di piume, squame, rugosità animali. Un altro elemento che contribuisce a rendere la donna un'autentica opera d'arte.