Acqua che separa, che trasforma, acqua che scorre e trasporta lontano, e facendosi strada traccia nuovi cammini. L'elemento che domina collezione 2008 di Antonio Marras si esprime in un movimento molle e languido di ricordi nostalgici.
E’ passaggio e attesa, un tempo dilatato goccia a goccia che si fa insieme rito di seduzione e augurio propiziatorio. Tuniche intarsiate d'oro e d'argento a motivi decò, pantaloni di raso fluidi e lasciati ampi sui fianchi, voluttuose giacche a kimono intarsiate di jais e ricami preziosi, trasparenze, iridescenze, punteggiature lucenti.
Marras domina l'acqua, e ne fa vesti per le sue donne. La mutua in bluse candide e velate dal corpetto adornato di piume, quasi cascatelle gentili, la traduce nelle sfumature del grigio e del malva levigate come ciottoli.
Celebra la donna infine nella parata di costumi couture che scorre nel finale, toilette da sera in scala ridotta. E persino i suoi patchwork variegati si consacrano all'uso quasi esclusivo dei plissé, accostati come piccole onde simmetriche che attraversano la superficie della corrente.